Chi ha letto “M – il figlio del secolo”, il romanzo storico con cui Antonio Scurati ha vinto il Premio Strega, difficilmente non confronterà la strategia della denuncia di Giacomo Matteotti contro il fascismo e la dura presa di posizione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa del 10 aprile contro le bugie di Salvini e della Meloni
Nonostante il Corriere della Sera dipinga Conte stanco e arrabbiato, come a dire “poco lucido”, non proprio un giudizio “imparziale”, l’atteggiamento di denuncia di Conte risponde ad una logica diversa che con la descrizione del Corriere ha poco a che vedere. Il PdC ha capito che per contrastare l’operazione di quotidiana delegittimazione non può contare sulla stampa limitandosi alla terzietà istituzionale. Le bugie dell’opposione, le fake news devono essere contrastate con un’azione di denucia diretta, senza intermediazioni.
Ha fatto da sé ed è riuscito nel suo intento. La denuncia puntuale e ostinata di Conte è arrivata a segno quando ha fatto “i nomi e i cognomi”. Un’azione che ha ricordato quelle messe in campo da Giacomo Mattetotti nella sua ostinata lotta contro il Fascismo ed il suo Capo. Come scrive Scurati a pag. 727 del suo libro, Matteotti a fronte degli attacchi ripetuti, delle violenze dei fascisti e delle divisioni della sinistra scriveva e pensava che non bisognasse scegliere la strada dell’astensione ma: “bisognava invece, riprendere la lotta, a tutto campo, non cedere nemmeno di un metro, non arretrare di un passo, su ogni terreno, anche quello elettorale”. Lo scriveva al patriarca del socialismo nazionale Filippo Turati alla vigilia delle elezioni, ribandendo che fosse necessario indurirsi, inasprirsi, scavare un solco tra maggioranza e opposizione, un solco che nessuno avrebbe osato o potuto valicare.
Fino alla fine Matteotti si impegnò nella scrupolosa censura della malversazione economica del fascismo soprattutto in aula suscitando violente reazioni dei fascisti simili alle reazioni “sbalordite” di Salvini e soci andate in scena in questi giorni. Anche allora la stampa nazionale era schiacciata sulla destra fascista in testa il Corriere, il fascismo ieri, il leghismo sovranista oggi, la storia si ripete.
Si obietterà che oggi non c’è la dittatura, che Matteotti era l’opposizione mentre Conte è il governo, che in un momento di emergenza bisogna unire e non dividere. Tutto vero ma c’è una differenza determinata dall’inversione delle parti. All’inzio degli anni ’20 l’opposizione lavorava per il bene e l’unità del Paese, il fascismo al Governo per instaurare la dittatura che avrebbe portato alla rovina l’Italia. Oggi l’opposizione, che è la peggiore opposizione mai vista in Europa, lavora per dividere, per lacerare, per delegittimare, strumentalizza ogni minimo particolare per lucrare consenso elettorale. Con un’opposizione del genere non esitono vie di mezzo, si può solo “scavare un solco tra maggioranza e opposizione, un solco che nessuno avrebbe osato o potuto valicare”.
Conte lo ha fatto nella conferenza stampa del 10 aprile. Ha reagito davanti alle falsità, alle bugie, ai subdoli tentativi di delegittimazione, si è assunto la responsabilità politica delle sue azioni, non capita spesso in Italia. Non bisogna arretrare, la battaglia politica va combattuta a viso aperto, senza tatticismi. Ha capito che doveva farlo da solo, in prima persona, la stampa non aiuta preferendo l’ombrello protettivo del salvisnismo perchè non si sa mai alle prossime elezioni…
La prova è arrivata il giorno seguente quando nessuno, tranne pochi noti, ha osato denunciare pubblicamente le bugie tipo l’attivazione del MES o il prelievo forzo dai CC.
Mentana con il suo atteggimento ha confermato che Conte ha fatto bene, evitando di approfondire la veridicità di quanto affermato dall’opposizione in merito all’attivazione del MES concentrandosi sulla formalità ovvero sul rispetto della “correttezza istituzionale”.
Il messaggio di Conte ha raggiunto l’obiettivo, nelle piazze, quelle virtuali le uniche praticabili, i commenti hanno rilvevato per la prima volta un trend negativo nei confronti della leaderhip della destra, messa all’angolo, sulla difensiva, costretta a pignucolare, ad usare figli, bilocali e storie varie per provare a reagire.
Oltre il merito della questione conta è la strategia. Se cento anni fa una sinistra divisa, indebolita e rancorosa si voltò dall’altra parte quando Giacomo Matteotti chiedeva di non arreatrare davanti alla violenza fascista, oggi il messaggio è chiaro, la battaglia contro la peggiore destra del mondo deve essere combattuta e vinta nel campo aperto. Se cento anni fa avessero seguito Matteotti il futuro del Paese poteva essere diverso.
Che sia servito da lezione.
P.S.: una cosa sul MES è giusto dirla. Il post non parla del merito del MES, se la sua attivazione sia giusta o meno lo deciderà il Governo. Il post si sofferma sulla modalità becera di intendere la politica, propagandando bugie come quella sull’attivazione del MES mai avvenuta fino ad ora. A parere di chi scrive dopo le correzioni il MES andrebbe attivato, sarebbe una cosa buona ma come tutte le cose buone finirà per essere triturato nel dibattito ideologico in corso.