Lunedì sera ci siamo ritrovati in un Digital Talk per un confronto su tematiche che riguardano il futuro e lo sviluppo di Latina, che ci riguardano da vicino. Temi e riflessioni che partono da Latina con l’ambizione di oltrepassare il perimetro comunale.
Lo abbiamo fatto nell’appuntamento settimanale di analisi e proposta dentro il contenitore organizzato da “Noi – LatinaCoraggiosa”, un think tank nato con l’idea di analizzare il contesto cittadino e proporre soluzioni.
Insieme con Gianmarco Proietti, Emilio Ranieri, Cristina Leggio ed Emilio Ciarlo, partendo da esperienza e cultura politica diverse, si è parlato della nuova dimensione di Latina e delle città dopo la pandemia, della necessità di trovare un nuovo paradigma per lo sviluppo, per il futuro e per le nuove generazioni, restando ancorati alla “sostenibilità”.
Il digitale è la soluzione possibile, non stiamo sopravvivendo alla pandemia rifugiandoci in un bunker sotterraneo, siamo ancora vivi anche grazie al digitale. Lavoro, spesa, servizi, il digitale ci ha risolto tante necessità emerse nella nuova quotidianità pandemica, a fronte di ciò si è registrato un incremento nell’uso di tecnologie e mezzi sempre più orientati verso lo sviluppo sostenibile.
Sta cambiando il lavoro, si stanno rinnovando gli spazi, le periferie tornano ad essere vissute e centrali, la nuova città dovrà essere connessa non solo attraverso strade “fisiche” ma, soprattutto, tramite infrastutture tecnologiche e digitali. Si stanno determinando le condizioni per l’affermazione del “diritto alla connessione”, un tema che riguarda fasce sempre pù ampie di cittadinanza.
L’emergenza pandemica ha disegnato il nuovo spazio pubblico, ha rimodellato l’approccio al lavoro, sta incidendo nelle scelte che riguardano il futuro.
Con il rafforzamento dello smart working sempre meno persone viaggeranno, per quanto ci riguarda sempre meno persone si sposteranno verso e da Roma, pur manterendo nella capitale il centro dell’attività lavorativa.
Lo spazio urbano dovrà essere riorganizzato in base a nuove esigenze e bisogni. Gli uffici come li abbiamo vissuti verranno sostituiti dalle video conferenze, dalla possibilità di accedere ai servizi pubblici usando piattaforme web in sostituzione della “presenza”, come già avviene in molti settori del comune di Latina.
Si libereranno uffici pronti a rientrare nella disponibilità pubblica, per ospitare zone di coworking, resi disponibili per chi ha bisogno di uno spazio fisico connesso finalizzato allo studio o al lavoro.
I collegamenti fisici devono essere riconsiderati, rivisti, riprogrammati in base ad un nuovo paradigma, partendo dal collegamento tra Latina e Roma per il quale sarà necessario puntare in primo luogo sul rafforzamento del trasporto ferroviario. Senza rinunciare ad una rete viaria adeguata e moderna, sarà necessario trovare il coraggio per fissare le priorità e le scelte strategiche.
Si è parlato anche di turismo, ed anche su questo tema sul quale da anni si discute a Latina usando argomentazioni superate, si avverte la necessità di ripensare il modello di sviluppo. L’approccio tradizionale basato sulla lottizzazione di una parte del lungomare, nello stile riviera romagnola degli anni ’80, deve essere sostituito da una visione di turismo sostenibile che punti sulla valorizzazione delle risorse naturali e architettoniche. Latina deve diventare il punto di riferimento di un turismo diverso, sostenibile, giovane, attento al rispetto dell’ambiente. L’idea progettuale di sviluppare nel territorio una rete di cammini capaci di toccare punti di pregio naturalistico e architettonico integrati con i servizi di ospitalità all’interno di una città “connessa”, rappresenta un punto di svolta irrinunciabile.
In altre parole, idee per un nuovo paradigma per lo sviluppo di Latina.