Politica, postlockdown

A proposito del rispetto dei morti

Però spesso i desideri si infrangono contro la realtà e così è successo ieri in parlamento. L’intervento dell’On. Ricciardi ha ribaltato lo scenario prefigurato dai leghisti. I deputati del carroccio si sono ritrovati sul banco degli imputati, costretti ad ascoltare il drammatico atto d’accusa di Ricciardi: “in Lombardia la più grande prova di incapacità amministrativa mai vista”. Un atto di accusa duro, ma è così che vanno i dibattiti parlamentari nel mondo, chi immagina la dialettica nelle Camere come uno stucchevole scambio di convenevoli non capisce la politica oppure non avendo argomenti per replicare prova a spostare l’attenzione su altro. Stupisce, ma anche no, che un giornalista “imparziale” come Mentana abbia scelto di farsi portavoce della seconda strategia. L’indignazione leghista fa sorridere, i campioni e i maestri della provocazione parlamentare che ha raggiunto ben altri livelli di squallore, basta ricordare il cappio in epoca di tangentopoli., se la prendono per legittime critiche.

Anzichè confutare le accuse del pentastellato scelgono la risposta violenta e si lasciano andare ad una vera e propria aggressione, perchè di questo si è trattato nonostrante la stampa mainstream, Corriere e Stampa, parli di “rissa” provando a mettere tutti sullo stesso piano, tattica giornalistica sperimentata quando non bisogna entrare nel merito delle accuse. Per fortuna c’è anche una stampa che non rinuncia a parlare dei fatti e degli errori commessi in Lombardia come fa il Messaggero (paywall).

Si può dissentire su quello che ha detto Ricciardi, si può stigmatizzare il tono eccessivo che usato oppure si può dibattere sulla opportunità politica, però non può essere messa in discussione la legittimità dell’intervento pronunciato nella sede politica naturale e non su FB come siamo stati abituati negli ultimi tempi. Un intervento politico che aveva l’obiettivo di far emergere responsabilità occultate nella narrazione convenzionale dove si preferisce commentare “veline politiche” sulla tenuta del governo o sul governo tecnico in fieri.

Non poteva mancare il solito brutto tentativo di allargare il campo degli “offesi”, di ergersi a rappresentanti di chi non c’è più. Ecco il capo dei leghisti che in Senato a fronte di alcuni sorrisi beffardi durante il suo intervento anzichè riflettere su quanto stava dicendo chiede attenzione per “rispetto per i morti”, per gli italiani “che hanno fame” arrogandosi il diritto di rappresentare chi non c’è più a causa di una epidemia drammatica che prima di colpire non ha certamente chiesto al contagiato l’appartenenza politica. Oppure i deputati del carroccio che provano a trasformare l’accusa al sistema di gestione della sanità lombarda nella mancaza di rispetto per i “caduti” all’ombra della madonnina. Anche un bambino capisce che la ridicola strumentalizzazione sul rispetto dei “morti” non c’entra nulla con l’accusa mossa.

Eppure, proprio sul rispetto dei morti il leghismo dovrebbe dare più di una risposta, ricordando i comizi su FB contro i migranti mentre i cadaveri con la pelle scura galleggiavano nel Mediterraneo.

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