La sfida tecnocratica è tra le più insidiose per la democrazia.
Per cercare analisi e valutazione è meglio riprendere le vecchie letture. Ho riletto alcuni passaggi di “Lineamenti di Scienza della Politica”, il manuale del prof. Domenico Fisichella, un passaggio obbligato nel corso di studi a “la Sapienza”.
Fisichella ha affrontato il tema della sfida tecnocratica a partire dalla fine degli anni ’70, quando le democrazie nel campo occidentale sembravano al riparo da simili problemi.
La sfida tecnocratica, si sostiene nel saggio, può presentarsi in due versioni. Alla luce delle ricorrenti crisi della democrazia italiana desta particolare interesse la prima: “Anzitutto, come tentativo di sostituire una fonte potestativa “di competenza” alla fonte elettiva inerente alla democrazia, promuovendo al ruolo del generalista il tecnocrate, al posto del politico”.
Beninteso, la causa non è il tecnocrate in se ma l’inadeguatezza della classe politica.